“Quest’anno non posso venire a lavorare da lei al mare… perché a giugno mi sposo…!
E’ una voce dolce e spensierata quella che al di la’ del telefono vuole comunicare la serena felicita’ di tutte le ragazze del sud che riescono finalmente a “coronare” il loro sogno d’amore.
Anna ascolta in silenzio, non sa cosa dire.
Ricorda la sua meraviglia, ai primi incontri con la Calabria, nel vedere ,in ogni paese, nel negozio piu’ importante, complicati abiti da sposa, esposti tutto l’anno. Ha poi sperimentato, ogni volta che il figlio di un suo contadino si sposava, i pranzi con trecento invitati, le buste… consegnate da parenti e amici.–.
Ma per Ornella e’ un’altra cosa! Il futuro marito e’ in un “collegio” da cui non si esce tanto facilmente. Tutti sanno che e’ condannato a rimanere li’ per molti anni.
Ornella e’ intelligente, sensibile, interessata a tutte le cose nuove che vede e impara; e’ ferma e coraggiosa nel seguire un percorso infinitamente triste e solitario.
Anna ripensa a certi discorsi , che venivano fuori come sospiri, mentre insieme preparavano le tartine piccanti per gli ospiti e le dolci melanzane ripiene: ”A Firenze ho conosciuto una ragazza che ha sposato un uomo che e’ “dentro”. Lei lavora perché al Nord si trova lavoro facilmente, non e’ come nel nostro paese, dove i ragazzi si perdono perché’ non hanno niente da fare.” Sono tre anni che chiediamo di sposarci, ma il magistrato e’ una donna giovane, senza esperienza ,e non si fida di dare il permesso perché ha avuto delle grosse delusioni…” “Un professore gli ha insegnato a lavorare la ceramica…forse un giorno potrebbe…”
Parole scontate, a sostegno di sottili speranze che non s’infrangono , ma si aggrovigliano in un gomitolo fatalmente inestricabile.
Tutto questo doveva contribuire a darle la certezza del matrimonio perché “ non e’ giusto” che i sogni della giovinezza non si concludano in uno di quegli eventi che la gente del sud ritiene tappe essenziali di ogni esistenza: IL MATRIMONIO, LA NASCITA, LA MORTE.
Il resto e’ un corollario di situazioni e di incidenti in cui l’individuo si e’ fatalmente imbattuto, momenti particolari da mettere tra parentesi, perché possono essere “storia” solo per gli uomini che si assumono la responsabilità’ delle proprie azioni ,cercano di costruirsi il futuro con le loro mani, vogliono far parte della società’ in cui vivono , molto spesso con la volontà’ e la prospettiva di cambiarla.
E’ dicembre! Anna ha saputo che Ornella e’ rimasta a casa..e pensa con dispiacere: “la grande illusione è durata un’estate. In questa vicenda non c’è posto né per la ribellione,nè per la speranza”.
Non e’ andata cosi’
Dieci anni sono lunghi da passare,ma in Ornella maturava una certezza che la collocava al di sopra di ogni scenario prevedibile. Una certezza fondata sulla fede che i suoi innumerevoli viaggi per vederlo per un’ora,in una piccola isola sbattuta dalle onde,non potevano finire nel nulla. Ornella sapeva che prima o poi un provvedimento ,una legge,uno sconto di pena le avrebbe ridato certamente non un matrimonio in paese con l’abito bianco e il dolce suono delle campane,ma una vita nuova con il suo compagno ,con un lavoro sicuro che avrebbe cancellato per sempre” l’incidente in cui l’individuo si e’ fatalmente imbattuto”.
Ultima notizia: Ornella si sposa a ottobre,nella bella Chiesa del suo paese, con l’abito bianco e…il dolce suono delle campane…Aveva ragione lei!